“Ancora oggi in Italia non esiste una legge che fermi il consumo di suolo pubblico. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca (Ispra) ci dice che nel nostro Paese consumiamo 2 metri quadrati di suolo al secondo, equivalente in un’ora alla grandezza di un campo di calcio. Così, non abbiamo scampo”. È netto nell’individuare le principali cause dell’alluvione in Emilia-Romagna, che sta causando morte, feriti e devastazione il geologo Gaetano Sammartino, presidente per la Campania e per il Molise di Sigea, associazione culturale senza fini di lucro che si occupa di promuovere politiche per la salvaguardia dell’ambiente antropizzato e naturale.

A mancare, secondo Sammartino, è una vera e propria programmazione che possa prevenire quanto sta accadendo adesso nei comuni romagnoli ed emiliani e prima in altri territori d’Italia, da Nord a Sud. “Da cittadino sono indignato, ma da esperto non sono sorpreso – afferma il presidente Sigea – il territorio italiano è fragile dal punto di vista geologico e proprio per colpa del suo eccessivo consumo l’acqua penetra nei punti depressi. Il sistema drenante non esiste più mentre i fiumi e i canali non sono oggetto di manutenzione”. Colpa dell’imperizia dell’uomo, dunque? “Certo che sì; continuiamo a commettere gli stessi errori. La pianificazione a lungo termine è necessaria sia pianificata, ma i politici e le istituzioni sembrano non capirlo”.

Cosa dovrebbe prevedere questo piano? Il geologo Gaetano Sammartino risponde così: “Oltre alle già citate manutenzioni di fiumi e canali, smetterla con l’opera di deforestazione dei nostri boschi. I fusti hanno la capacità di fermare la forza erosiva dell’acqua, ma se si eliminano queste barriere non esisteranno più. Abbiamo creato piste sui luoghi montuosi, strade che tagliano i versanti e adesso la Terra ci sta chiedendo il conto. I cambiamenti climatici sono in atto, è vero. Ma già 10 anni fa, quando il clima era ancora maggiormente mitigato, si sarebbe dovuto intervenire perché il problema era già evidente. Siamo notevolmente in ritardo ma se si inverte subito la rotta forse riusciamo a salvarci, ma non c’è più tempo”.

Posto che quanto affermato da Sammartino appare lapalissiano, ma forse incapace di smuovere sufficientemente le coscienze, qualcosa nel breve periodo per attenuare gli effetti delle alluvioni come quelli dell’Emilia-Romagna o prima ancora di Ischia (e non solo) può essere in ogni caso fatto. “Utilizzare al meglio i piani di evacuazione, avvisando i cittadini e facendo rete. A Ischia questo è successo, in altri territori mi pare di no. Sembra che nemmeno su questo in Italia siamo pronti”, conclude il geologo Gaetano Sammartino.

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