Se per alcune persone i protagonisti dell’incoronazione dei nuovi sovrani del Regno Unito sono stati i Windsor, per molti altri, invece, il vero protagonista è stato il diamante Cullinan. Conosciuto anche con il nome di “Stella d’Africa”, il brillante è un diamante da record, il più grande mai scoperto, composto da 3,106 carati. I più celebri sono il Cullinan I, (Grande Stella d’Africa), di cui l’Africa chiede la restituzione, che è stato incastonato nello scettro di Sant’Edoardo, e il Cullinan II (Seconda Stella d’Africa), che brilla sulla Corona Imperiale di Stato della Corona inglese.

Il Sudafrica considera illegittima l’acquisizione dei gioielli da parte della Gran Bretagna e vorrebbe che la Corona britannica restituisse il grande diamante. Dopo la morte della monarca (la regina Elisabetta II), le richieste di restituzione dell’oggetto prezioso e degli altri diamanti si sono intensificate. Ma non tutti i sudafricani la pensano allo stesso modo.
C’è chi considera la situazione “acqua passata”, come un residente locale di nome Dieketseng Nzhadzhaba: “Non credo che conti più. Le cose sono cambiate, ci stiamo evolvendo”, ha dichiarato alla Cnn. “Ciò che contava per loro nei tempi antichi era essere superiori. Non ci importa più”, il commento. In realtà, non è l’unico a pensarla in questo modo.

Poi c’è chi ha davvero a cuore la tematica e lotta per far sì che il diamante torni nel suo paese d’origine. “Il diamante deve arrivare in Sud Africa. Deve essere un segno del nostro orgoglio, del nostro patrimonio e della nostra cultura”, ha dichiarato alla Cnn Mothusi Kamanga, avvocato e attivista di Johannesburg, che ha promosso una petizione online per la restituzione del diamante. “Penso che, in generale, il popolo africano stia iniziando a rendersi conto che decolonizzare non significa solo lasciare che le persone abbiano certe libertà, ma è anche riprendersi ciò che ci è stato espropriato”, ha aggiunto Kamanga. Della stessa sua idea un altro attivista, Thanduxolo Sabelo, che ai media locali ha riferito: “Il diamante Cullinan deve essere restituito al Sudafrica con effetto immediato. I minerali del nostro Paese e di altri Paesi continuano ad arricchire la Gran Bretagna a spese del nostro popolo”.

Insomma, la questione ha smosso un po’ tutti, tant’è che anche un membro del parlamento del Paese, Vuyolwethu Zungula, ha sollecitato il suo governo a “chiedere un risarcimento per tutti i danni fatti dalla Gran Bretagna e a chiedere la restituzione di tutto l’oro e i diamanti rubati”. Intanto, sembrerebbe che anche sul web molte persone abbiano le idee chiare. La petizione online, infatti, ha raccolto oltre 8.500 firme, anche se l’obiettivo da raggiungere è 10.000 firme.

La storia della Stella d’Africa

Il diamante Cullinan è il diamante più grande scoperto finora. I due maggiori frammenti ornano la Corona Imperiale di Stato e lo Scettro di Sant’Edoardo. Il brillante fu trovato in Sudafrica nel 1905 e fu utilizzato per pacificare i rapporti fra il governo inglese e i boeri del Transvaal, reduci dalla sconfitta nella Seconda Guerra Boera.

Sir Thomas Cullinan, un ricchissimo imprenditore, aveva costruito una città sua omonima per ospitare i lavoratori, e il luogo del ritrovamento fu la miniera di Premier Mine (Sudafrica del nord), vicino alla cittadina di Cullinan, a un centinaio di km da Johannesburg. La miniera era in attività da soli 3 anni, ma già mostrava tutte le sue potenzialità e, ancora oggi, da lì si estraggono dei preziosissimi diamanti blu.

Il 26 gennaio del 1905 il supervisore della miniera, Frederick Wells, stava facendo il suo giro di ispezione. Cercava di capire se le macchine necessitassero di manutenzione o pezzi di ricambio, ascoltava le esigenze dei dipendenti e li spronava a fare di più. Si trovava all’interno di una galleria a 5 metri di profondità e in quel luogo, ogni sasso poteva essere qualcosa di prezioso. Qualcosa in particolare catturò la sua attenzione. Wells prese la roccia, la ripulì e stimò il peso. Non credeva ai suoi occhi quando vide davanti a sé qualcosa di prezioso. Si precipitò nel suo ufficio e lo posò sulla bilancia. Si trattava di ben 3106 carati, per un peso complessivo di più di 621 grammi. Le sue misure erano 10×6 e 35×5,9 centimetri. Si trattava del diamante più grande fino ad allora trovato in Sudafrica, considerando che l’Excelsior, venuto alla luce a Jagersfontein nel 1893, era “solo” 972 carati (194 grammi). Quello che aveva trovato Wells era tre volte più grande.

Quando Thomas Cullinan venne avvisato, si precipitò sul posto. Il valore era immenso e, di conseguenza, era difficile trovare un acquirente tanto facoltoso, inoltre la gemma doveva comunque essere tagliata e, come se non bastasse, la pietra presentava una grossa intrusione scura, che andava in qualche modo eliminata. C’era un elevato rischio che qualcuno potesse rubare la pietra, poiché i giornali insistevano molto con la notizia del clamoroso ritrovamento e qualche malintenzionato avrebbe potuto pensare di commettere uno dei furti più clamorosi della storia. Il diamante venne messo al sicuro presso una camera sorvegliata a vista, nella vicina città di Johannesburg, pensando di esporlo al pubblico, con misure di sicurezza eccezionali. In due mesi si presentarono almeno 8000 visitatori per vedere il grande diamante.

Nell’aprile del 1905 la gemma fu data all’agenzia di vendita specializzata Premier Mining Co., S. Neumann & Co, di Londra. Trasportare il diamante in Inghilterra fu rischioso, visto la durata del viaggio. Si decise di imbarcare un pacco su un piroscafo, chiuderlo nella cassaforte nella cabina del capitano e osservarlo a vista. Quando si arrivò a destinazione fu una sorpresa, poiché il pacco conteneva una copia mentre il vero Cullinan era arrivato in una normale scatola di cartone tramite posta raccomandata, con gli agenti che sperarono fino all’ultimo nell’efficienza delle poste inglesi. Anche se l’agenzia specializzata si prodigò per vendere la gemma, per due anni nessuno avanzò offerte concrete. Lo stesso re inglese, Edoardo VII, visionò la pietra e si mostrò interessato, ma, alla fine, non se ne fece niente, probabilmente perché il prezzo era troppo alto.

Nel 1907, il Primo Ministro del Transvaal, Louis Botha, ebbe un’idea. La regione era da poco entrata nei domini inglesi, come conseguenza delle terribili guerre boere, terminate con la schiacciante vittoria britannica ai danni dei coloni sudafricani di origine olandese. Il governo voleva ingraziarsi i nuovi padroni e sfruttarono l’occasione per un regalo degno di un re.
Il 17 ottobre del 1907 la gemma fu acquistata per una cifra impressionante a quell’epoca, ovvero 150.000 sterline che corrispondono a circa 16 milioni di sterline ad oggi.

Il 9 novembre, Sir Richard Solomon, Agente Generale della colonia del Sudafrica, durante un banchetto solenne per il 66° compleanno del re, offrì in dono il Cullinan al sovrano come gesto di riconciliazione e di buon auspicio per i rapporti futuri. A questo punto si presentò il problema principale ovvero il taglio del diamante, fu un’operazione difficile poiché aveva una grossa intrusione scura. Il rischio di commettere un danno irreparabile era altissimo e, nel gennaio del 1908, l’incarico fu affidato ai fratelli Abraham e Joseph Asscher, appartenenti a una delle famiglie più illustri del settore in tutta l’Olanda, nazione famosa ancora oggi per il taglio e la vendita dei diamanti.

I due uomini, arrivando a Londra, avvisarono il sovrano che non potevano eseguire il taglio in Inghilterra, dato che avevano necessità di macchinari e strumenti adatti allo scopo, presenti solo ad Amsterdam. Abraham chiese al re una scorta di eccezione e una nave da guerra della Royal Navy per trasportare in patria il prezioso carico chiuso in un cofanetto. La cerimonia di consegna fu fastosa, con fanfare, guardie d’onore. Appena arrivati, il cofanetto si rivelò ovviamente vuoto. Il Cullinan era stato portato ad Amsterdam dal fratello Joseph, che aveva preso un normale piroscafo. I due tagliatori, dunque, si misero subito all’opera per sezionare la pietra. Impiegarono diciassette giorni intensi per studiare ogni superficie o scalfittura della gemma. Non potevano permettersi di sbagliare.

Il 10 febbraio era il giorno tanto atteso: Joseph Asscher teneva in mano la sua lama pronto per assestare il colpo su un piccolo solco praticato sulla pietra utilizzando un altro diamante. Si narra che quel giorno fosse presente un medico e un’infermiera, casomai ci fosse stato qualche incidente o l’emozione provocasse uno svenimento. L’acciaio calò violentemente sulla gemma, ma a rompersi fu il coltello. Asciugandosi il sudore dalla faccia, Joseph ebbe soltanto la forza di sussurrare al fratello: “Un’altra lama, per favore”.
Il secondo tentativo fortunatamente andò bene e il diamante si spezzò a metà. Tre persone lavorarono per otto mesi al taglio di ulteriori pezzi, all’eliminazione delle impurità e alla successiva lucidatura. Si ricavarono nove diamanti più grandi, oltre a vari frammenti più piccoli e una volta completato il duro lavoro, i nove diamanti più grandi tornarono a Londra dal loro legittimo proprietario, re Edoardo VII.

I sette pezzi più “piccoli” (dai 94 carati in giù) rimasero di esclusiva proprietà della famiglia reale e furono montati in spille che appartenevano alla Regina Elisabetta, ora a disposizione di Re Carlo III. Il più piccolo dei frammenti, che pesa soltanto 0,8 grammi (4,39 carati), ha un taglio a pera ed è incastonato in un anello con montatura in platino, il “Cullinan Ring”. I due pezzi più grandi sono invece pertinenti alla corona e sono custoditi nella Torre di Londra. Il Cullinan I, detto “Grande stella d’Africa”, ha un taglio “a goccia” e pesa circa 106 grammi (530,20 carati), il secondo più grande diamante tagliato al mondo, dopo il mitico Koh-i-Noor. Lo troviamo nello scettro di Sant’Edoardo. Il Cullinan II, detto “Seconda Stella d’Africa”, è stato tagliato “a cuscino” e pesa circa 64 grammi (317,40 carati). Lo possiamo ammirare nella Corona Imperiale di Stato, sotto al Rubino del Principe Nero.

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