“Un governo irresponsabile e imprevedibile rischia di portare il Paese al caos, per cui abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine al regime vigente”. Ha esordito così, in Gabon, il Comitato di militari autonominatosi “di transizione e ripristino istituzionale” al canale tv Gabon 24 annunciando l’annullamento delle elezioni, lo scioglimento di tutte le istituzioni governative, la chiusura di tutte le frontiere e il simultaneo rispristino di Internet dopo il “coprifuoco” elettorale degli ultimi tre giorni.

Le elezioni del 26 agosto 2023 hanno visto trionfare il presidente in carica Ali Bongo Ondimba rieletto per il suo terzo mandato con il 64,27% doppiando il suo rivale Albert Ondo Ossa. Al potere da 55 anni, la dinastia di Ali Bongo Ondimba è sempre stata al centro di violenze elettorali, e non è lontano il 2016 quando, secondo le stime ufficiali, furono quattro le vittime degli scontri tra forze governative e manifestanti. In quest’occasione, non sono mancate le denunce di brogli da parte delle opposizioni, che seguono convinte accuse di corruzione e di accaparramento delle ricchezze nazionali a discapito della popolazione.

Ecco che, all’indomani della rielezione, una dozzina di militari gabonesi (i pretoriani del presidente, riconoscibili dai berretti verdi, oltre a soldati dell’esercito regolare e agenti di polizia), guidati da Brice Oligui Nguema, capo della guardia repubblicana, ha letto un comunicato stampa annunciando l’insediamento golpista a Libreville e accusando le istituzioni “di alto tradimento, appropriazione indebita massiccia di fondi pubblici, falsi in atti pubblici, falsificazione della firma del presidente della Repubblica, corruzione, traffico di stupefacenti”. Contestualmente, su X è arrivata la risposta del presidente destituito che ha chiesto ai suoi alleati di “farsi sentire”.

Il Gabon

Tutto questo però va collocato in un contesto geografico e all’interno di un tessuto sociale preciso. Costa atlantica dell’Africa centrale, due milioni di persone, ex colonia francese ancora in contatto con Parigi, il Gabon è considerato uno dei pochi Paesi del Sahel ancora stabile (almeno per ora) e illeso dalla violenza jihadista. Piccolo membro dell’Opec, vive di un’economia completamente dipendente dal petrolio che equivale, secondo dati della Banca mondiale, al 38,5% del Pil e al 70,5% delle sue entrate da export: si stima, inoltre, una produzione di circa 200mila barili al giorno, lo 0.2 dell’offerta globale, cifre che lo classificano come quarto produttore dell’Africa subsahariana per output di oro nero.

Come spesso succede ed è successo ai Paesi africani colonie delle grandi potenze europee, la ricchezza del sottosuolo non raggiunge mai chi quel suolo lo calpesta e lo abita quotidianamente. Pur rappresentando uno dei Paesi con uno dei redditi pro capite più alti del continente, circa un terzo dei gabonesi vive sotto la soglia di povertà e non ha accesso a servizi di base. E, peraltro, il malcontento dilaga tra i giovani dove la disoccupazione della fascia 15-24, secondo i dati della Banca Mondiale del 2020, si aggira intorno al 40%. Infine, ad aumentare la tensione sociale è anche il costo della vita sempre più caro e la crescente inflazione che ha costretto il governo a gennaio 2023 ad istituire un ministero ad hoc per calmierare 48 prodotti importati fra ottobre 2022 e marzo 2023.

Gli altri golpe

Ma in quella parte di mondo questo non è assolutamente un evento isolato. Potrebbe anzi essere il settimo golpe registrato nell’Africa subsahariana in meno di tre anni.
Il 18 agosto 2020 la prima caduta di governo è avvenuta in Mali dove il presidente Ibrahim Boubacar Keïta è stato rovesciato dai militari, formando un governo di transizione. Lo stesso, nuovamente rovesciato il 24 maggio 2021, quando l’insediato presidente Bah N’daw e il suo primo ministro Moctar Ouane sono stati arrestati per aver escluso due militari che avevano preso parte al colpo di stato dell’agosto scorso. L’obiettivo adesso è condurre il neoformato governo sino alle elezioni previste per febbraio 2024.

Nello stesso anno, nel 2021, invece, in Guinea la vittima del golpe è stata il presidente Alpha Condé, per opera dell’esercito impegnatosi a lasciare il posto ai civili nel 2024. Nel frattempo, il vicino Burkina Faso, nel 2022, ha vissuto ben due colpi di stato in otto mesi mentre in Niger la destituzione del presidente Mohamed Bazoum ha spinto l’Ecowas, comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, a schierare una forza regionale per “ripristinare l’ordine costituzionale”. Il bilancio sale a otto se consideriamo l’insediamento del figlio del presidente Idriss Déby in Ciad, nel 2021, dopo che la giunta militare aveva ucciso il padre, provocando poi tanti scontri e morti per le strade di N’jamena, la capitale.

E ora

Non è un caso che i golpe si stiano registrando tutti nell’Africa subsahariana, nel cosiddetto Sahel, un’area geografica profondamente instabile che sconta un atroce passato coloniale e che è oscillata tra fragili democrazie e spietati regimi jihadisti. Esiste un malcontento diffuso per quelle dinastie che hanno in mano interi paesi da decenni e per la scarsa trasparenza dei processi elettorali. E ci sono Paesi che intervengono solo in termini di influenza e sfruttamento economico come la Russia e la Cina che stanno pian piano smorzando l’influenza francese. Ecco, a proposito di Francia, è innegabile che si respiri un profondo sentimento anti-francese e anti-occidentale che quindi tende a allontanare qualsiasi intervento globale di aggiustamento.

“State certi che non permetterò mai che voi e il nostro Paese siate ostaggi di tentativi di destabilizzazione. Mai” diceva Bongo il 17 agosto, giorno dell’Indipendenza del Gabon. E intanto la comunità internazionale sta moltiplicando gli appelli per una soluzione diplomatica e la messa in sicurezza dello stesso Bongo, e la paura per l’instabilità della regione cresce. Eppure, la gente nella capitale del Gabon è per le strade. Festeggia. D’altronde, come in ogni rivoluzione, qualcosa cambierà, e questo già è un successo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here