Negli USA la transizione dall’amministrazione uscente a quella del neo eletto Trump è oramai nel pieno delle attività. Trump e Biden non si vedevano dal dibattito presidenziale di giugno e si sono dati appuntamento mercoledì 13 novembre. L’incontro storico tra i due si è svolto in maniera cordiale: si sono stretti la mano, sorridenti e rilassati, davanti al caminetto nello Studio Ovale, poi hanno conversato per circa due ore. Trump ha ringraziato Biden per una transizione “agevole” del potere e poi i due hanno continuato a parlare della transizione di potere e di altri argomenti.

Se le modalità con le quali sta avvenendo la transizione non destano al momento alcuna preoccupazione, lo stesso non può dirsi sui nomi di coloro che comporranno il team alla Casa Bianca del 47° Presidente Usa. Cominciano a delinearsi tratti fondamentali della nuova amministrazione che vedrà in ruoli chiave, come membri del gabinetto e consiglieri, alcuni dei fedelissimi del tycoon.

Nuova chief of staff, la più importante carica non elettiva alla Casa Bianca, sarà Susan “Susie” Summerall Wiles, soprannominata da Trump “ice baby”. La sessantasettenne, prima ad essere nominata, lavora per Trump dal 2016. Ha ricoperto il ruolo di co-coordinatore della vittoriosa campagna elettorale e sarà la prima donna ad essere investita del ruolo di capo dello staff della Casa Bianca.

Vice capo di gabinetto sarà Stephen Miller, tra i consiglieri più longevi e fidati di Trump.
Il suo ruolo sarà di primo piano nella stesura e nell’attuazione dell’agenda sull’immigrazione della nuova amministrazione che includerà piani per le deportazioni di massa dei clandestini.

Bill McGinley, già segretario di gabinetto della Casa Bianca durante il primo mandato di Trump, dopo aver ricoperto durante le elezioni il ruolo di consulente esterno per l’integrità elettorale presso il Republican National Committee, sarà investito del ruolo di consulente generale della Casa Bianca. Svolgerà la funzione di consulente legale per il presidente in materia di etica, supervisione e nomine giudiziarie e rappresenterà il punto di contatto tra la Casa Bianca ed il Dipartimento di Giustizia.

Pete Hegseth, conduttore di Fox News, sarà Ministro della Difesa.
Veterano della Guardia nazionale dell’esercito, Hegseth ha svolto servizio in Iraq, Afghanistan e Guantanamo. Durante il suo servizio militare, gli sono state conferite due Bronze Stars ed un Combat Infantryman Badge. Le polemiche che già interessano la sua nomina, del tutto inaspettata, riguarderebbero la sua volontà di non volere donne nei ruoli delle forze armate che potrebbero portarle in teatri di combattimento.

Procuratore generale sarà Matt Gaetz, la scelta più discussa, almeno fino ad ora.
Fedele alleato di Trump alla Camera sin dal primo mandato, è stato il principale promotore del golpe per la defenestrazione politica di Kevin McCarthy che non aveva bloccato un’indagine del Comitato etico della Camera legata alle accuse di ‘sex trafficking’ e consumo di droga mosse proprio contro Gaetz. Accuse che Gaetz ha respinto osservando che un’indagine correlata dell’FBI iniziata nel 2020 era stata chiusa senza accuse. Se confermato, Gaetz supervisionerebbe proprio l’FBI.

Kristi Noem, 52enne, devota cristiana e prima donna eletta a governatrice del South Dakota del Sud, sarà Segretario alla Sicurezza Interna. Era stata considerata per la vicepresidenza, poi è finita al centro di un uragano di polemiche per aver raccontato in un’autobiografia di aver sparato al proprio cane da caccia Cricket che non faceva bene il proprio dovere. A lei la guida dell’agenzia che sovrintende dai confini alle emergenze ambientali, passando pure per sicurezza informatica e quella dei trasporti.

Se confermato, Marco Rubio sarebbe il primo latino a ricoprire il ruolo di capo della diplomazia Usa. Rubio è stato uno stretto consigliere di Trump per le relazioni estere.

La ex dem Tulsi Gabbard sarà direttore dell’intelligence nazionale. La sua nomina sta facendo molto discutere. L’ex deputata delle Hawaii, da candidata alla nomination presidenziale democratica nel 2020 è diventata sostenitrice strenua di Trump. Nel nuovo ruolo supervisionerebbe tutte le 18 agenzie di intelligence del Paese.

Consigliere per la sicurezza nazionale sarà Mike Waltz. Le sue scelte daranno forma alla politica statunitense nei conflitti geopolitici: dalla guerra in Ucraina a quella tra Israele e Hamas a Gaza.

Responsabile dei confini meridionali e settentrionali degli Stati Uniti, nonché di “tutta la sicurezza marittima e aerea” sarà Tom Homan. Ex agente di polizia e delle pattuglie di confine, Homan ha lavorato sotto sei presidenti durante i suoi trent’anni nelle forze dell’ordine.

“Mike è stato un grande servitore pubblico, governatore e leader nella fede per molti anni. Ama Israele e il popolo di Israele e, allo stesso modo, il popolo di Israele ama lui. Mike lavorerà instancabilmente per portare la pace in Medio Oriente”, con queste parole Trump ha annunciato la sua intenzione di nominare Mike Huckabee ambasciatore in Israele.

Alleata chiave di Trump nel corso degli anni, tanto che si parlava di lei come candidata alla vicepresidenza, Elise Stefanik sarà ambasciatore all’Onu. Lee Zeldin sarà il direttore dell’agenzia per la protezione dell’ambiente: “garantirà decisioni di deregolamentazione giuste e rapide che saranno attuate in modo da liberare il potere delle aziende americane” mantenendo “i più elevati standard ambientali”, così ha dichiarato Trump annunciandolo tra i componenti della sua squadra.

L’inner circle trumpiano si completa con il patron di Tesla a capo del DOGE, Elon Musk. “Il genio da proteggere” – come lo ha definito Trump – guiderà il Department of Government Efficiency con un altro imprenditore, Vivek Ramaswamy. Il Dipartimento dell’efficienza “indicherà gli sprechi e dove tagliare, lotterà contro la burocrazia di Washington, dirà come ristrutturare le agenzie federali, combatterà gli eccessi di regolamentazione” secondo quanto dichiarato da Trump.

La nomina di Musk fa molto rumore. Con il ruolo assunto dal Ceo di SpaceX e Tesla al fianco di Donald Trump, è tornata la protesta di media, istituzioni e personaggi famosi, iniziata due anni fa contro la piattaforma di proprietà dell’imprenditore. The Guardian, solida realtà editoriale, ha scelto di uscire da X: “Volevamo far sapere ai lettori che non pubblicheremo più su nessun account editoriale ufficiale del Guardian sul sito di social media X”, ha spiegato il quotidiano che conta più di 80 profili con circa 27 milioni di follower. “La campagna elettorale presidenziale americana è servita solo a sottolineare ciò che consideravamo da molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per modellare il discorso politico”.

Già Le Figaro, Le Monde, Le Parisien e Les Echos avevano denunciato X. La piattaforma di Musk sfrutterebbe i loro contenuti senza alcuna retribuzione, violando così le norme sui “diritti connessi” dell’Unione europea che consentono a giornali, riviste o agenzie di stampa di essere pagate quando i loro contenuti vengono riutilizzati dai giganti digitali, secondo gli editori di queste testate. Anche il Festival di Berlino, la premio Oscar Jamie Lee Curtis ed i fan di Taylor Swift (approdati su Bluesky) hanno abbandonato X. “Grazie per averci seguito in tutti questi anni. Restiamo connessi su Instagram, Facebook, LinkedIn, YouTube, e il nostro sito web”, così lo storico festival del cinema ha annunciato che abbandonerà X il 31 dicembre 2024.

In Italia, sarebbero state le parole di Elon Musk a proposito dei giudici del Tribunale di Roma a spingere numerosi personaggi dello spettacolo a lasciare il social X. Piero Pelù, Elio e Le Storie Tese, Vinicio Marchioni, Nicola Piovani, Francesco Guccini, il parlamentare europeo Sandro Ruotolo, il presidente Fnsi Vittorio di Trapani e l’autore e conduttore Riccardo Bonacina hanno detto addio alla piattaforma.

“These judges need to go”, questo il commento “incriminato” di Musk alla notizia -riportata da un utente- sulla sospensione della convalida del trattenimento per 7 migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh portati in Albania. Dopo 24 ore di assordante silenzio della premier, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha replicato al proprietario di X: “L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che ‘sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione’. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”. A seguire, l’ appoggio di Palazzo Chigi: “ascoltiamo sempre con grande rispetto le parole del Presidente della Repubblica”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.

L’ultima nomina a sorpresa del 47° Presidente riguarda il nuovo Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Sarà Robert F. Kennedy Jr., noto per essere attivista no vax, severamente criticato quale paladino della disinformazione anti-scientifica. “L’HHS svolgerà un ruolo importante nell’aiutare a garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla travolgente crisi sanitaria in questo Paese”, ha scritto su X il presidente eletto.

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