Un importante tassello per guardare con ottimismo ed entusiasmo al proprio futuro: il conseguimento del diploma di scuola superiore. La 18enne Hafiza Mahdiyar, scappata dall’Afghanistan nel 2021, ha terminato in Italia, in questo mese di luglio, il ciclo scolastico serale all’Isis Elena di Savoia di Napoli con un ottimo 79/100. Fuggita da un Paese dove le donne non possono nemmeno più studiare, Hafiza è riuscita a ottenere in Italia il suo titolo di studio.

“Finalmente questa storia è finita! Mi sono diplomata, nonostante tutti i problemi e le sfide. Pronta ad andare avanti’’, afferma Hafiza. Per sfuggire alla prepotenza dei fondamentalisti islamici, tornati al potere il 15 agosto 2021 dopo l’abbandono degli americani, la giovane era partita da Kabul due anni fa senza i genitori, ma con l’inseparabile sorella Fatima, studentessa di medicina alla Federico II con cui l’abbiamo intervistata lo scorso marzo, e una terza sorella attualmente a Bari. Hafiza e Fatima sono ospiti in un centro di accoglienza gestito da Arci Mediterraneo. Sono inserite nel progetto della ReteSai, il sistema di accoglienza e integrazione a cui possono accedere titolari di protezione internazionale e tutti i minori stranieri non accompagnati.

Quando i talebani due anni arrivarono a riprendersi il controllo dell’Afghanistan, i militari statunitensi erano presenti nel Paese dalla fine del 2001 quando partì l’operazione militare “Enduring Freedom’’ voluta dall’allora presidente George W. Bush a un mese dall’attacco alle Torri Gemelle per stanare Al Qaeda, responsabile dell’attentato dell’11 settembre a New York. Con i talebani al potere, in questi ultimi tre anni più di 1 milione di ragazze (dato Unicef) che avrebbero dovuto frequentare le scuole secondarie hanno perso l’opportunità di studiare.

Hafiza come Fatima, cerca sempre di tenere viva l’attenzione sul dramma afgano partecipando a iniziative pubbliche, tavole rotonde, convegni come quello delle settimane scorse, sempre a Napoli, in occasione della giornata mondiale del rifugiato. Per le due sorelle Mahdiyar, l’ulteriore angoscia è rappresentata dalla persecuzione degli Hazara, gruppo etnico sciita duodecimani del centro dell’Afghanistan di cui fanno parte.

“Ho studiato con compagni di classe tutti più grandi di me e non è stato facile con l’italiano, ma è stata un’esperienza bella e nuova per me – afferma a Tell Hafiza – Tutti sono stati gentili e ho superato tutti i problemi. Ora voglio guardare al dopo’’. La tesina presentata all’esame di Stato di Hafiza ha riguardato – e non è un caso – l’ambito dell’uguaglianza e della disuguaglianza. La giovane racconta: “Per l’Inglese ho parlato proprio di progetti sull’uguaglianza di genere. In italiano ho parlato del tema maschere di Pirandello, in Storia della Seconda rivoluzione industriale e le vittime di queste trasformazioni. Per Economia aziendale mi sono concentrata sul business plan, in diritto sull’articolo 3 della Costituzione italiana e in Matematica ho discusso dell’analfabetismo femminile che è collegato ai diagrammi cartesiani’’.

Raggiunto l’obiettivo del diploma, Hafiza Mahdiyar ne ha già all’orizzonte un altro. “Voglio studiare Economia alla Federico II di Napoli’’, aggiunge confermando l’intendimento che già aveva manifestato nella precedente intervista. A supportarla e ad attenderla all’ateneo federiciano, nemmeno a dirlo, sua sorella maggiore Fatima, a Napoli con lei. “Congratulazioni, ci vediamo presto all’università’’, è il messaggio di Fatima verso Hafiza, ancora una volta unite dall’amore per l’Afghanistan, a favore del quale non vogliono assolutamente abbandonare la battaglia per la democrazia, che non è lenito nemmeno dalle migliaia di chilometri di distanza.

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